LEGGI E NON STUDIARE
Nel precedente articolo vi ho chiesto di suggerirmi dei libri che mai proporreste per un’iniziazione alla lettura, e grazie a voi, la mia riflessione si è scatenata alla ricerca delle cause di una ridotta, se non inesistente, pratica alla lettura degli adolescenti e post adolescenti. Innanzitutto la Scuola e, per non essere generica e vaga, prendo come utile, ma non unico esempio la scuola superiore, io insegno in un liceo classico, sostituisce la letteratura alla lettura e, pur non essendo sinonimi, confonde le menti delle e degli studenti inducendole a considerare studio la lettura. Si studiano le vite, le poetiche, ma degli scrittori non si leggono più le opere, in fondo se all’ interrogazione ci interessano più i contesti storici e culturali, le analisi stilistiche proposte dai manuali e se si ha tempo giusto per la trama di un romanzo, che cosa pretendiamo? A questo proposito Calvino nel Perché leggere i classici, scrive: “La scuola e l’università dovrebbero servire a far capire che nessun libro che parla d’un libro dice di più del libro in questione; invece fanno di tutto per far credere il contrario. C’è un capovolgimento di valori molto diffuso per cui l’introduzione, l’apparato critico, la bibliografia vengono usati come una cortina fumogena per nascondere quel che il testo ha da dire e che può dire solo se lo si lascia parlare senza intermediari che pretendano di saperne più di lui..”
Studiare un autore diventa essenziale, leggerlo inessenziale e poi spesso mi si risponde così:” prof. non ho avuto il tempo di leggerlo, ma so tutto.” Aggiungo che da una decina d’anni a questa parte nei libri di testo si riserva un‘appendice breve ed elencativa degli scrittori e scrittrici degli anni 2000, purtroppo poco conosciuti o poco letti, meglio fermarsi al Novecento. Se non offriamo più spazi alla lettura, perché ci lamentiamo? se i libri che devono essere letti a scuola sono a corredo delle nostre lezioni e non seguono criteri quali il piacere, l’identificazione, l’evasione, perché ci lamentiamo? Se a quindici anni le studentesse e gli studenti leggono per un anno intero i Promessi sposi che è provvisto di tutto tranne che della passione, non sorprendiamoci che la lettura per queste creature possa diventare solo un’esperienza aliena. Se continuiamo a proporre libri che solo da adulti comprendiamo e apprezziamo, e per l’età matura e per la distanza che abbiamo elaborato, come possiamo pensare di appassionare ragazze e ragazzi alla vita di un esteta, di un superuomo, di un guerriero o di un uomo inetto e senza qualità? Non è un caso che sempre Calvino afferma :” I classici sono quei libri di cui si sente dire di solito: “ Sto rileggendo..” e mai “ Sto leggendo..” Ora interrompo la sequenza di domande retoriche e concludo con qualche affermazione che possa rivelarsi un consiglio per le mie e i miei colleghi; innanzitutto leggete voi di tutto di più, dal noir al romanzo storico, dal fantasy alle biografie, scoprite nuovi scrittori e scrittrici che siano ironici, seri, stranieri, italiani, contemporanei, scorrete le quarte di copertina e pensate con due teste , la vostra e quella di un giovane, con la seconda apprezzate quei meccanismi della narrazione che vi spingono ad andare avanti per la curiosità, con la prima quelli che vi inducono a tornare indietro per comprendere meglio, con entrambe a domandarvi perché vi fermate. Consigliate storie scritte bene, ma agili, con tanti capitoli per offrire pause e non far percepire le pagine come muri di lettere da scavalcare. Ricordatevi che per suscitare passioni in classe c’è bisogno di compenetrazione e se le vostre lezioni non sortiscono effetti, ancor meno lo faranno i vostri libri che assegnate perché pensate che siano necessari alla crescita, indispensabili alla maturità come se tutti e tutte fossero uguali , avessero gli stessi gusti, gli stessi interessi. Guardate chi avete di fronte e non utilizzate quell’elenco vecchio e impersonale di libri consigliati, mai aggiornati, che chiamate per giustificare la vostra assenza di empatia, Classici. E sempre con Calvino concludo: “Oggi un’educazione classica come quella del giovane Leopardi è impensabile, e soprattutto la biblioteca del conte Monaldo è esplosa. I vecchi titoli sono stati decimati ma i nuovi sono moltiplicati proliferando in tutte le letterature e le culture moderne. Non resta che inventarci ognuno una biblioteca ideale dei nostri classici; e direi che essa dovrebbe comprendere per metà libri che abbiamo letto e che hanno contato per noi, e per metà libri che ci proponiamo di leggere e presupponiamo possano contare. Lasciando una sezione di posti vuoti per le sorprese, le scoperte occasionali.”
Cara Stefania,
dopo avere letto questo secondo tuo articolo, voglio dirti due cose.
Intanto che sei in stato di grazia comunicativa e poi che avrei voluto averti come insegnante. Anche se da amica mi insegni comunque. Ti ammiro!
Conosco la foga con cui ti accosti alla lettura, la tua passione per i libri non può che essere contagiosa per tutti i ragazzi che ti vedono come un punto di riferimento ed hai proprio ragione quando riconosci il bisogno dell’adulto di rilegere era cogliere ciò che prima poteva essergli sfuggito. Tu però non hai mai perso quello sguardo giovane che si lascia sorprendere ed è questo che ti consente di capire e parlare ai giovani, ma soprattutto di essere ascolata.
Conosco la foga con cui ti accosti alla lettura, la tua passione per i libri non può che essere contagiosa per tutti i ragazzi che ti vedono come un punto di riferimento ed hai proprio ragione quando riconosci il bisogno dell’adulto di rileggere per cogliere ciò che prima poteva essergli sfuggito. Tu però non hai mai perso quello sguardo giovane che si lascia sorprendere ed è questo che ti consente di capire e parlare ai giovani, ma soprattutto di essere ascoltata.