PATRIZIA RINALDI, PIANO FORTE, SINNOS

Le classi seconde (sezioni A, F, H, O, P) della Scuola Statale Secondaria di primo grado “Giacinto Diano” di Pozzuoli hanno partecipato al Progetto “Lettori in gioco”. Un torneo di lettura svolto anche in anni precedenti, ma che nel 2020, per ovvie ragioni, non non ha dato luogo all’attesa sfida finale tra classi. Durante l’anno, i partecipantisi al torneo si sono immersi nella lettura di vari romanzi, di autori classici e contemporanei e di vario genere: dal diario, ai generi comico-umoristico, horror e giallo. A fine anno i ragazzi hanno recensito alcuni dei libri che li avevano maggiormente appassionati. Proponiamo qui di seguito gli elaborati selezionati dai docenti di Approfondimento che hanno collaborato al progetto: Francesco Saverio Annunziata, Luisa De Rosa, Anna Florena e Susy Scotto di Carlo e dai docenti referenti, Daniela Contrada e Giuliana Manna.

Ecco le recensioni di un romanzo molto apprezzato da molti partecipanti al torneo.

Patrizia Rinaldi, “Piano Forte”, Sinnos

Introduzione a cura di Beatrice De Maggio e Nicola Falcetti, Classe II A

Il libro è stato scritto da Patrizia Rinaldi, scrittrice napoletana, che con “Piano Forte” ha vinto il “Premio Pippi Inedito”, ama leggere, scrivere, stare con i ragazzi e adora ovviamente la musica.

Patrizia Rinaldi ha vinto anche il “Premio Elsa Morante Ragazzi”, nel 2010. L’autrice abbina alla lettura anche un percorso musicale, tutti i capitoli vengono intitolati ad un compositore con musica consigliata.

 “Piano forte”, recensione a cura di Giorgia Mucciardi, Classe II P

La storia

La storia racconta di un evento tragico accaduto a un professore, di nome Federico, e a sei suoi alunni. Un giorno mentre erano a scuola in aula per fare la lezione di musica arriva un terremoto che li sconvolge completamente. Contemporaneamente però si parla anche della vita del professore e della sua passione per la musica e soprattutto per il pianoforte. Federico, quando un ragazzino, occupava sempre diversamente il suo tempo libero, per esempio per un po’ si dedicò al calcio, ma quello che voleva fare veramente nella vita era suonare il pianoforte, quindi diventare un pianista, la sua carriera inizia lavorando in un’officina dove riparava i pianoforti fin quando non si ritrova a fare il professore di musica.

Il protagonista

Federico è un professore di pianoforte, a cui sin da quando era piccolo non è mai piaciuto studiare, ma l’unica materia che lo appassionava e che gli piaceva era la musica, questa sua passione cominciò quando un giorno si ritrovò a passare davanti al Conservatorio, da dove arrivava il suono di diversi strumenti, ma tra tutti l’unico che lo colpì fu il suono di un pianoforte, fin da subito ebbe l’impressione che lui gli parlasse dicendogli di andare a suonarlo. Da quel giorno Federico si innamorò follemente della musica ma in particolare del pianoforte. Dalla sua storia capiamo che Federico è una persona che non si è mai arresa continuando a inseguire il suo sogno, nonostante all’inizio non tutti lo appoggiassero completamente.

La citazione

La citazione che mi ha colpito di più è stata:

“Noi siamo un solo corpo, con due code. La coda di Enea, la coda di un pianoforte”

Perché mi fa capire il grande amore che i ragazzi provano per la musica e soprattutto per il pianoforte, ma non solo, anche perché l’esperienza che hanno passato imprigionati sotto le macerie della scuola, secondo me, li ha uniti ancora di più ed è proprio per questo che dicono che sono un solo corpo con due code, ovvero la coda di Enea che li ha sempre accompagnati e quella del pianoforte che è il simbolo della loro passione. Un’altra cosa che mi è piaciuta molto è stato il fatto che loro abbiano stretto molto con Federico, dimostrando che il professore può essere anche la figura di un amico o di una persona che ti aiuta a coltivare le tue passione come quella dei ragazzi.

La Scena

La scena che secondo me è la più significativa è stata quella in cui, dopo quindici giorni di prigionia, sono comunque riusciti a sopravvivere, anche se avevano soltanto dell’acqua e poco cibo e vengono liberati riuscendo ad uscire dalla scuola, ormai crollata, rimanendo uniti e inclinandosi davanti al pubblico ovvero le persone che li aspettavano con ansia. Questa scena mi ha colpito perché a parer mio ci vuole molto coraggio per restare tanto tempo tra le macerie senza mai perdere la speranza ed arrendersi. Inoltre mi ha colpito molto anche il fatto che dopo una simile tragedia ne siano usciti più uniti e forti di prima sia come persone e sia come gruppo.

Il voto

Il voto che do a questo libro è 9, poiché mi è piaciuto molto e anche perché mi ha fatto capire di non arrendersi davanti alle difficoltà combattendo sempre per i nostri sogni, inoltre mi ha fatto capire che l’amicizia è uno dei valori più importanti e grandi, poiché anche nei momenti più bui e difficili gli amici sono in grado di darci la forza per andare avanti rimanendo sempre al nostro fianco.

“Piano Forte” recensione a cura di Nicola Falcetti, Classe II A

La storia

La vicenda è ambientata, nello scantinato della scuola media di quartiere, dove Federico (personaggio principale), un giovane insegnante di diciannove anni, accetta dalla preside un progetto di musica da impartire nel pomeriggio. Ma l’ 8 giugno tutto cambia, e in seguito ad un boato la scuola crolla, avevano costruito un piano in più e le fondamenta non avevano mantenuto l’edificio, e tutto il gruppo rimane prigioniero nello scantinato per quindici giorni. In questo tempo tutti impareranno a conoscersi.

Due storie parallele si intrecciano: il racconto della vita di Federico, che a tredici anni voleva suonare il piano, ma ha una situazione di famiglia che non può aiutarlo e ce la metterà tutta per raggiungere il suo sogno, imparare a suonare il pianoforte, questa storia cattura l’attenzione di tutti i ragazzi, e poi c’è quella che narra i quindici giorni di prigionia nello scantinato, di questo gruppo di ragazzi più due animali, che tra varie situazioni trovano un equilibrio tra loro e riescono a superare questa brutta disavventura.

Il protagonista

Federico è il personaggio principale con cui la storia inizia, colui che la racconta, colui che si appassiona alla musica, ai pianoforti contro il volere inizialmente di sua madre, che avrebbe voluto per lui che imparasse a giocare a calcio. Un giorno passa fuori ad un Conservatorio di musica, si innamora del suono di un pianoforte e lo comunica alla madre che non ha le possibilità economiche per comprare un pianoforte, ed così che incontra mastro Lionori, un vecchio riparatore di strumenti musicali, che gli offre la possibilità di lavorare presso la sua bottega e poter imparare da lui. Realizza il suo sogno e ci mette tutto il suo tempo. Quindi posso descriverlo come un personaggio positivo e determinato, che crede in ciò che fa.

Altri personaggi

Mastro Lionori: un uomo che io mi ricordo come un nonno, che insegna ma ti emoziona. Seppure anziano non smette di credere nelle sue passioni e sarà di esempio per Federico, che gli attribuisce un ruolo quasi paterno.

Napoleone: sarebbe il cattivo della situazione, un uomo senza scrupoli che per arrivare a ciò che vuole, farebbe di tutto con metodi non proprio onesti. Infatti farà di tutto per cacciare via dalla bottega mastro Lionori, provando con ogni mezzo, per impadronirsi degli spartiti su cui aveva annotato tutto il denaro che doveva ricevere dalla gente, era un usuraio.

E poi ci sono tutti gli studenti intrappolati sotto la scuola: Marita, Kunwar, Lalla, Procopio, Francesca, Nadia, Enea, il cane, e c’è anche un topo. Questo gruppo così diverso, che imparerà a conoscersi e ad imparare l’uno dall’altro. Non facendosi prendere dal panico, e condividendo la loro passione, insieme riescono a superare tutte le difficoltà.

La citazione

Le frasi che mi hanno colpito di più sono quelle del dialogo fra Lionori e Federico, quando si confrontano nel raccontare la loro passione per il pianoforte.

“…il legno del pianoforte respira, e quello che sentiamo è l’odore del suo alito… e quando si suona, beh l’odore entra nei polmoni, diventa corpo e vibrazione, e il pianoforte respira insieme a noi”.

Questo è mastro Lionori che parla, e a queste parole Federico risponde: “Mi è successo, Mastro Lionori, mi è successo. Quando ho aperto la serranda, lo Schulze ferito mi ha parlato con il suo odore. Si è lamentato e…. sanguinava. Pensavo di essere preso per scemo, se lo avessi detto. Ma invece…”

E mastro Lionori gli risponde: “Noi siamo in compagnia più spesso di quanto pensiamo. Ci vergogniamo di pensieri segreti, che invece non sono segreti proprio per niente. Li pensano in molti, li pensa chi ha la nostra stessa passione, di qualsiasi passione si tratti”.

Penso che queste parole esprimano in modo semplice e chiaro, che ognuno di noi sente qualcosa dentro di sé di inspiegabile quando ha una forte passione per qualche cosa. In esse mi sono rivisto con la mia di passione: il calcio. Chi crede fortemente in una passione che prende gran parte del suo tempo, che non ti fa sentire la fatica e che ti rende felice, non è mai solo. Mia mamma mi dice sempre che già da piccolo io ci parlavo con il pallone… ed è così, non sento mai la fatica di andare agli allenamenti anche quando fa freddo e diluvia, quando di domenica o di sabato pomeriggio i miei amici escono ed invece io, chissà, in quale campo da gioco dovrò disputate la partita, quando per qualche fallo ricevuto zoppico, e il mio mister mi guarda ed anche se non ce la faccio dico che va tutto bene, per non lasciare da sola la mia squadra. Il mio pallone mi parla e mi dice di non mollare… Il mio mister è come mastro Lionori per Federico, una persona che mi dice sempre la verità per farmi crescere ed a cui devo tutto quello che so di calcio.

La scena

La scena che più mi è rimasta impressa è quella in cui Federico va alla bottega e trova il pianoforte sfasciato per opera di Napoleone, il delinquente che li tormentava. Tutta questa scena mi ha fatto venire il nervoso, perché non è giusto che una persona per ferirti o farti male, se ne approfitti delle cose che ami, lo trovo indegno. Ma poi continuando a leggere ho trovato la risposta nella determinazione di mastro Lionori, che non si lascia piegare e che decide di andare avanti, perché chi crede nelle proprie passioni troverà sempre la forza di continuare.

Il voto

Questo libro mi è piaciuto moltissimo, lo consiglierei perché affronta tanti temi: come il rapporto tra adulti e adolescenti, la forza e il coraggio. Ci illustra tanti valori positivi: come la passione, in questo caso per la musica, che riesce a salvarti anche da situazioni difficili. Il mio voto è 10, perché ogni ragazzo possa rivedersi in Federico che ha saputo ascoltare la sua passione.

“Piano Forte”, recensione a cura di Beatrice De Maggio, Classe II A

La storia

Si tratta di un bellissimo libro per ragazzi e ovviamente anche per adulti. Con due storie parallele che questa volta, a differenza delle rette, infine si incontrano. C’è la storia individuale del ragazzo che vuole suonare il piano, ma ha una situazione di famiglia che non lo consente; e c’è la storia del gruppo, ragazzi italiani e stranieri più due animali(un cane e un topo), che si trova a dover gestire la propria sopravvivenza in una scuola dopo un terremoto dovuto ad un errore umano. I sette sopravvivono, imprigionati nello scantinato con un pianoforte. Quasi fosse un apocalittico film di fantascienza. In attesa dei soccorsi Federico, il professore, racconta la sua storia, tra strumenti musicali, improvvise passioni. Infatti, l’autrice abbina alla lettura anche un percorso musicale, che fa da colonna sonora ideale per la lettura della storia.

Siamo a Napoli, è l’8 giugno, e come si fa a dimenticarlo. Ci sono una scuola, un insegnante di pianoforte, il suo cane di nome Enea e un gruppetto di ragazzi che si ritrovano per fare musica insieme. Ma un disastro li attende dietro le pareti di un’aula. E’ un attimo il crollo dell’edificio, un miracolo la salvezza di tutti. Paura, disperazione, rabbia sono sentimenti che quei bambini ancora non conoscono a fondo, ma con cui dovranno misurarsi. Non sarà facile la lotta per la sopravvivenza. Tutti i ragazzi cercano di aiutarsi, di supportarsi e di dare il meglio di sé a chi sa ascoltarli dimostrando in quella situazione estrema una grande forza, coraggio e di aver giudizio. In quei giorni intensi l’insegnante scoprirà di poter imparare molto dai suoi allievi ed emergeranno in tutti le passioni più forti: per la musica, per l’amicizia e per la vita.

Il protagonista

Federico, è un giovane pianista di diciannove anni e tiene delle lezioni il pomeriggio per suonare con degli alunni; aggiusta pianoforti e così che si paga le lezioni di musica; racconterà ai ragazzi la nascita della sua passione per la musica (quando aveva tredici anni, prima si dedicava allo sport come il calcio e il nuoto) la storia della sua vita, del perché adesso si trovi a insegnare. Il ragazzo fa di tutto per realizzare il suo sogno, ci mette ciò che ha di più prezioso, il suo tempo. Enea è l’inseparabile “bastardo cane” di Federico, un cane dal pelo bianco e con delle macchie beige sulla pancia, dal muso lungo e le zampe da levriero.

Passiamo ora agli altri protagonisti:

Kunwar è un ragazzo straniero, suona poco così come parla poco. E’ in Italia da due anni. Ha cominciato la prima media da straniero e non conosceva affatto l’italiano e suona quando lui lo decide; il ragazzo prenderà le redini della situazione.

Lalla ha una certa predisposizione per il pianoforte e lo usa molto bene

Marita è una ragazzina precisa, studiosa e ha i capelli ricci biondi; le piace molto suonare e si esercita anche sulla scrivania senza tasti.

Nadia è una ragazzina che ha orecchio e le piace suonare ogni genere di canzone.

Francesca è alta e slanciata; seria, gentile e uno sguardo curioso: brava con il pianoforte e ne possiede uno a casa.

Procopio quando suona sembra che zappa, ma ha una voce intonata e spesso canta quando non raggiunge la melodia. Porta con sé uno zaino pieno di cose da mangiare, una scorta alimentare di schifezze.

Il gruppo trova un equilibrio nuovo, con ruoli ribaltati rispetto alla vita normale. Ma fanno corpo unico. E alla fine, dopo quindici giorni di prigionia vengono tratti tutti in salvo.

Napoleone Strato ha un negozio di pianoforti e Federico lavorerà nella sua bottega per pochi soldi all’ora

Mastro Lionori è il proprietario di una bottega e ripara pianoforti antichi e insegna a Federico come aggiustarli, ma soprattutto gli trasmette l’amore per la musica e per gli strumenti musicali.

La citazione

I passi del libro che mi hanno colpito sono tanti, la parola chiave è musica.

– “No, ti insegnerò a svuotare il pianoforte, ad aggiustargli il motore e a rimetterlo nella scocca. Ti insegnerò come ogni strumento sia diverso dagli altri, come ha risposto ai maltrattamenti subiti e come soprattutto il pianoforte non è solo, ma un incontro con chi lo suona. Incominciamo.”

– “E sta con te da molto. Come puoi capire un pianoforte che segui solo da un paio di settimane? Ci vuole tempo. Ogni strumento ha la sua identità, pregi, difetti. Fa i capricci o è giudizioso. L’armonia deve seguire le singole corde, se non cogli la vibrazione giusta, la corda si innervosisce e si tira troppo o si allenta…Io ti ho insegnato quello che sapevo, ora devi sbaglia…”

– “Mia madre acconsentì ad accogliere Enea con un sì stentato…non poteva comprarmi un piano e aveva capito che la musica per me era amore vero. Ogni tanto tosa Enea…Non vuole peli in giro…Anche lui mi ama di amore vero e, si sa, l’amore vero ha i suoi costi.”

– “L’applauso di dodici mani arrivò come un boato, più forte di quello del crollo. Gli occhi sorrisero fino al tetto ed era la prima volta che succedeva così dopo l’otto giugno. Quello era un concerto vero. Irripetibile. Irripetibile, sì, almeno per due buoni motivi: non sapevo se avremmo continuato a vivere e, nel caso, la statistica mi suggeriva che difficilmente avrei suonato in una cantina dopo un crollo”

– “Nadia e Francesca fecero un elenco delle loro canzoni preferite e mi presero in giro con gusto: “Federico, te lo possiamo dire ora, hai dei gusti musicali pesanti, non sembri mai un ragazzo, ma a ballare ci vai?” “Solo se il dj passa Mozart!”

– “A tutto, insomma, mi stavo adeguando, ma non mi riuscivo a rassegnare al suono cupo dell’attesa. L’attesa ha una musica di marcia funebre, bum bum bum, le note non si spengono e fanno da sottofondo ai dubbi. Terribile. Solo quando raccontavamo o una risata resuscitava chissà da dove, l’attesa non scompariva, ma si metteva un po’ in disparte.”

La scena

La vicenda si svolge in una scuola media statale di Napoli “Pier Paolo Pasolini”, nello scantinato dell’edificio dove si svolgono lezioni di pianoforte. Sei ragazzini tra gli undici e tredici anni insieme al loro professore di musica e il suo cane rimarranno intrappolati per circa quindici giorni, a iniziare dall’otto giugno, a causa del crollo del piano superiore dell’edificio le cui fondamenta non reggono per il peso eccessivo dopo la costruzione di un secondo piano. La scena del salvataggio è tra le più belle.

– “Ci guardammo increduli e per un attimo, un lungo momento bellissimo, felici…Il corpo di sette, più Enea,…si mosse all’unisono. In un minuto ci ritrovammo tutti rannicchiati sotto il pianoforte…Non so quanto tempo passò, perché i minuti duravano giorni…E arrivò la gioia del raggio dall’alto. Si allargò un fascio di luce forte…Un uomo e una scala di corda si affacciarono nel bagliore: “Sono vivi”.

– “Il terremoto era un terremoto non della natura, ma dell’uomo. Avevano aggiunto un piano all’edificio, senza sapere che le fondamenta della scuola non erano d’accordo…E noi ce l’abbiamo fatta. Abbiamo vinto quindici giorni di prigionia. Ci inchiniamo davanti al pubblico, l’armonia parte, siamo un corpo solo. Noi siamo un solo corpo, con due code. La coda di Enea, la coda di un pianoforte.”

Il voto

L voto è 10. Il libro si fa leggere con piacere sia per la trama e i valori che propone sia per la maniera bella ed evocativa con cui sono rappresentate le situazioni. Un romanzo che vi farà volare sulle ali della musica, da leggere assolutamente. Soprattutto a chi come me piace suonare il pianoforte e cantare. Nel leggerlo scoprite come nascono certe passioni e come i sogni possono diventare realtà se credi realmente in tutto ciò che fai.

Daniela Contrada

Grafica pubblicitaria, storica dell’arte e restauratrice, ha operato a lungo nei rispettivi settori prima di dare sfogo alla sua creatività nell’insegnamento di materie letterarie presso la scuola secondaria di primo grado.

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