THE GIVER
Recensione di Elisabetta Interlandi, classe 2^B, scuola media Matteo Ricci di Milano
The Giver, di Lois Lowry
La storia
Jonas è un ragazzo che vive in un mondo apparentemente perfetto, fatto di persone simili fra loro e felici, senza memoria del passato.Ogni membro della comunità all’età di dodici anni riceve un’assegnazione, ovvero il lavoro che praticherà per il resto della sua vita, fino alla “Cerimonia dello scaricamento”.Jonas riceve un ruolo importante per la comunità: il Portatore di ricordi, che ha il potere di ricordare e provare sensazioni che nessuno nella sua comunità conosce. Jonas con il tempo, capisce di non essere nel “vero” mondo.
Il protagonista
Jonas, ha dodici anni e vive con i suoi genitori e la sua sorellina minore Lily. Lui è un bravo ragazzo, tranquillo e coraggioso. I suoi unici migliori amici sono Ash e Fiona, ragazza di cui lui è innamorato. Jonas non vedo l’ora che arrivi dicembre per scoprire quale sarà il suo ruolo nella comunità.
La scena
La parte che più mi ha colpito in positivo è stata quella in cui il Donatore ha regalato a Jonas il suo ricordo preferito. Mi ha colpito perché grazie alla sublime descrizione dell’autrice sono riuscita ad immedesimarmi perfettamente nel protagonista, sentendo il calore e l’affetto del ricordo di quella famiglia.
La valutazione
La storia è originale e distopica. Il ritmo è scorrevole e incalzante, il linguaggio è abbastanza semplice e non troppo ricercato. I capitoli variano dalle sei alle dieci pagine circa e ognuno di questi è molto coinvolgente.
La citazione
« Aveva rubato la bicicletta di suo padre. Era indispensabile, perché sul retro aveva il seggiolino e lui aveva preso anche Gabriel » (p. 184) Questo brano indica un colpo di scena, secondo me, perché non mi sarei mai immaginata che Jonas avrebbe condiviso la sua avventura con Gabriel, un neonato che la mattina seguente sarebbe stato “scaricato” e secondo me questo è stato un gesto molto importante e coraggioso da parte sua.
Il finale alternativo
Jonas arriva in un mondo completamente diverso dal suo, con i colori, con la guerra, con la tristezza, con la rabbia, capisce di essere finalmente uscito da quella specie di “bolla” perfetta in cui viveva prima; qui si sente a casa, trova persone accoglienti affettuose e subito gli torna in mente il ricordo che il Donatore gli ha ceduto durante l’addestramento. Con il tempo Jonas realizza che i membri della comunità non erano al sicuro lì, così Jonas torna indietro e libera tutti da quella “gabbia”.
Il voto
Per me questo romanzo vale 9. È un ottimo libro, scritto in modo lineare, anche se non ho gradito molto il finale aperto, avrei preferito che la storia si concludesse; ma è comunque una storia molto originale e ben scritta, per questo la consiglierei ai ragazzi a partire dai dieci/undici anni.
Elisabetta Interlandi