Racconti di Scuola

A PROPOSITO DI VIOLENZA ALLE DONNE: SENZA PAURA E NESSUN CEROTTO …

 

– Qui di seguito le opinioni di Ilaria Laté e Sara Trocino, studentesse del terzo anno dell’Istituto tecnico moda “Caterina da Siena” di Milano, a proposito della violenza maschile sulle donne –

 

 

SENZA PAURA

Sempre più frequenti e numerose sono le denunce effettuate da donne tra i 15 e i 68 anni che hanno subìto vari tipi di molestie, non solo fisiche ma anche psicologiche.

A volte si tratta di violenze da parte di sconosciuti, spesso di fidanzati, e persino componenti della famiglia. In tutto il mondo si sta cercando una soluzione a questo problema, perché una donna deve essere libera di uscire da sola senza aver timore che le possa accadere qualcosa, perché la donna è un essere umano e deve essere rispettata come l’uomo.

Secondo me una delle soluzioni a questo problema potrebbe essere che fin dalle scuole elementari si crei un collettivo a cui partecipino gli alunni e le alunne per discutere e far conoscere fin dalla giovane età il rispetto e la non violenza nei confronti dei soggetti di genere femminile. Un’altra soluzione potrebbe essere quella di sfruttare di più la televisione e i nuovi media per far conoscere a un numero più elevato di persone queste tragiche problematiche e, soprattutto, dare un supporto per combatterle. Senza avere paura.

Ilaria Laté

NON BASTA UN CEROTTO

Più ci penso e meno riesco a capire, non dovrei nemmeno stare qui a cercare una soluzione, perchè non dovrei nemmeno pormi il problema; e dico dovrei perché purtroppo sono qui. Secondo me è impensabile che nel 2013, in una società che si definisce avanzata, si debba ancora parlare di una cosi alta quantità di donne insultate, maltrattate, picchiate e addirittura uccise dagli uomini, non solo in Italia, ma nel mondo. Si parla di quantità che fanno ribrezzo, numeri di vittime che aumentano incessantemente, senza alcuna intenzione di fermarsi, al punto che è stata addirittura istituita una giornata contro la violenza sulle donne :il 25 novembre. Trovare delle soluzioni è difficile, perché bisognerebbe entrare alle radici del pensiero maschile sulle donne, del modo distorto con cui certi uomini guardano alle donne come il sesso debole e quindi inferiore. Si dovrebbe iniziare dall’età dell’infanzia ad insegnare il concetto del siamo tutti uguali,  e non quando ci fa comodo, ma sempre. Perché nessuno nasce violento, nessuno nasce con la convinzione di essere superiore, ma sono gli insegnamenti che ci vengono dati a farcelo credere, ed è per questo che non tutti gli uomini si comportano in questo modo. Bisognerebbe creare programmi di sensibilizzazione che aiutino le persone a capire che quello della violenza sulle donne è un vero problema e che come tale va affrontato di petto , senza cercare svincoli. La nostra costituzione deve punire questi abusi, perché tutt’ora non ci sono leggi che garantiscano una giustizia per le donne che subiscono questo calvario. Perché non si tratta solo di calci e pugni, ma di ben altro; c’è una violenza psicologica dietro le ferite che indeboliscono moralmente le vittime, e non basta un cerotto e del disinfettante per curare queste cicatrici. Quando viene intaccata l’autostima di un qualsiasi individuo è difficile ricostruirla soprattutto se si è sole; per questo consiglio di creare tanti e tanti centri in cui le donne possano parlare tirando fuori i propri sentimenti, in cui capiscano che non sono loro il problema, ma che, unite, il problema lo possono affrontare. Per fermare le vittime, o almeno diminuirle un minimo, bisogna sradicare un intero concetto culturale che si è innestato nelle convenzioni che ci portiamo dietro da molto tempo senza nemmeno accorgercene. Perché prima era un segreto, adesso è una realtà.

 

Sara Trocino

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