A scuola manca il tempo
da Pasquale Caputo
Ho appena letto, e non per diletto, uno scritto del sociologo Bauman “Vite di corsa” che parla dell’importanza del tempo nelle relazioni sociali ed educative. Dice: “Il tempo è diventato una funzione di potenzialità meccaniche, di qualcosa, cioè, che gli uomini poterono inventare, costruire, possedere, usare e controllare, e non più di capacità umane inevitabilmente limitate […]. Il tempo venne a differenziarsi dallo spazio perché, diversamente da questo, poté essere cambiato e manipolato”. Dato per scontato che il primo aspetto da migliorare nelle scuole è sicuramente la remunerazione degli insegnanti (collegandola ovviamente alla produttività), cosi da attenuare le enormi differenze tra la Scuola Italiana e quella di altri Paesi Europei, è necessaria una riflessione su tutte le variabili non remunerative. Cosa manca a noi insegnanti per migliorare il nostro profilo professionale? Io partirei appunto dal tempo che, ovviamente, dovrebbe essere maggiore per migliorare innanzitutto la relazione e l’apprendimento, poi anche l’aggiornamento e la formazione . Non ho un preside da due anni, e l’ultima volta che ho chiesto “udienza” al mio dirigente-reggente mi ha dato fretta e alla mia richiesta di venti minuti per dare forma ad un offerta formativa, la risposta è stata facciamo cinque, e dentro di me pensavo ecco, questo è il Tempo della mortificazione. La variabile tempo degli insegnanti è il cardine intorno al quale misuriamo la possibilità stessa di realizzazione di qualsiasi processo. Il tempo che gli insegnanti trascorrono con i ragazzi, tutti con simili aspettative, ma ognuno con esigenze e possibilità diverse . Ho alunni diversi , per caratteristiche e per qualità, per provenienza,( molti non sono nati in Italia, o vivono qui da pochi anni); perché hanno difficoltà linguistiche e di relazione altri hanno semplicemente bisogno di parlare dei propri problemi familiari e di relazione, altri hanno semplicemente bisogno di informazioni. E’ questo il tempo fondamentale del rapporto insegnante – alunno, non si può solo parlare di scuola in termini astratti, altrimenti dov’è l’educazione? Il nostro sistema scolastico si fonda su educazione ed istruzione ma a volte ci dimentichiamo, pure, del ruolo dell’adulto su l’adolescente, certo un rapporto dovrebbe essere sempre leale, rispettoso dell’altro ma soprattutto dovrebbe essere produttivo, nel senso che dovrebbe lasciare qualcosa, la traccia di un adulto su un giovane, nella scuola manca soprattutto questo tempo, perché gli orari scolastici sono costruiti per far lezioni, e poi per il resto…beh c’è lo sportello psicologico , risponderebbe qualcuno che non ha il tempo ( né la voglia) di relazionarsi con l’alunno. E’ inoltre il tempo dell’organizzazione degli spazi , dell’ambiente, dei progetti; è un tempo in cui ci si deve confrontare con l’altro insegnante,basta fare riunioni nei corridoi della scuola, di fretta, nelle ore buche,tra una campanella e l’altra, bisogna trovarlo il tempo per la discussione e per i momenti operativi comuni, della cooperazione, del gruppo di lavoro. Abbiamo bisogno di Tempo Utile, come scrive Bauman il tempo si può inventare, costruire, possedere,ma anche usare e controllare e non esserne sue vittime.