ADOLESCENZA ZERO

-Hikikomori, cutters, ADHD e la crescita negata –

 

di Laura Pigozzi, ed. Nottetempo 2019, p. 256 –

 

A CHI? Agli adolescenti dai 15 anni in su, agli insegnanti, ai genitori, agli psicologi ma anche a tutti gli interessati alla questione.

 

PERCHÉ? Per capire l’intreccio fra i mutamenti di famiglia e società da un lato, e il disagio degli adolescenti dall’altro, che si esprime al massimo grado nelle nuove patologie. Sorretto da una scrittura limpida e scorrevole, il testo è molto documentato e coinvolgente e si legge con grande piacere. In particolare, sono imprescindibili per gli insegnanti il capitolo sugli ADHD  e i due capitoli sulla scuola.

 

IL LIBRO: Si tratta del seguito ideale di Mio figlio mi adora. Figli in ostaggio e genitori modello, in cui la medesima autrice ha esaminato i mutamenti nell’istituzione familiare e in particolare il nuovo ruolo delle madri, proponendo il concetto di “plusmaterno”.

Qui, invece, lo sguardo è sui ragazzi, in particolare su quelli che, non riuscendo ad adolescere, cioè a “crescere, prendere vigore” staccandosi felicemente dai genitori, si rifugiano nei sintomi delle nuove patologie: l’isolamento e la reclusione volontaria degli Hikikomori, il bisogno delle cutters di tagliare il corpo per padroneggiare l’angoscia, l’iperattività degli ADHD.

Ma Adolescenza zero non è destinato agli psicologi o agli specialisti di queste patologie, purtroppo in continua crescita. Come infatti abbiamo imparato da Freud, c’è continuità fra normalità e patologia, e la manifestazione patologica è solo il caso-limite della normalità; dunque le numerose storie di ragazzi presenti nel libro ci insegnano qualcosa che riguarda le dinamiche profonde del divenire adolescente, le sue difficoltà e i suoi pericoli.

 

Secondo l’autrice

“l’adolescenza è anche un passaggio mortale: muore il corpo del bambino mentre dovrebbe nascere quello del giovane adulto; muore la vecchia funzione del genitore nonostante la nuova fatichi a ingranare. Il corpo muta, l’identità prova a smarcarsi dai significanti che la famiglia le ha assegnato: il bello, il pestifero, l’intelligente, l’allegro, l’ubbidiente, il musone e persino il cocco di mamma dovrebbero essere in cerca di una nuova pelle. L’adolescente è un migrante, migra dal bambino all’adulto, ma come in tutte le perigliose traversate contemporanee rischia, oggi più di ieri, di far naufragio, e più spesso di quanto sia lecito”.

 

Dunque il rischio è che l’adolescenza sia zero, nullificata, non avvenuta, negata. Assai più che nel passato, dall’adolescenza non si esce, ma si staziona indefinitamente in uno stato di dipendenza dai genitori più o meno inconscia che non permette di nascere come soggetti autonomi, di raggiungere la condizione di adultus (ricordiamo che adultum è il participio passato di adolesco).

Con una disamina lucida e appassionata Laura Pigozzi fa emergere l’intreccio di cause e correlazioni psichiche, sociali ed economico-politiche che hanno generato questa situazione preoccupante, indicando infine anche qualche possibile via d’uscita.

 

Chiara Liotta

Cristiana La Capria

Insegna appassionatamente lettere in una scuola secondaria di secondo grado. Si interessa di pedagogia delle differenze e studia il potenziale educativo di cinema e narrativa. Si occupa di formazione degli insegnanti. Scrive saggi e ultimamente testi di narrativa.

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