Una mia amica è stanca di insegnare nella scuola dove è titolare, perché si trova in un posto lontano da casa. Ha deciso di chiedere il trasferimento, ma non l’ha ottenuto. Allora ha pensato di provare a chiedere l’assegnazione provvisoria in scuole il più possibile vicine alla sua abitazione. Prima di compilare una lista definitiva ha telefonato alle varie scuole di suo interesse per sapere quante ore della materia che insegna sarebbero ancora disponibili. Molte segreterie amministrative hanno risposto che sono finite le ore, qualcuna ha detto che le ore avanzate vanno a chi chiede l’utilizzo, pochissime hanno comunicato che se si vogliono delle ore a loro ne restano 6 o 9, e così via. Chi offre di più? La mia amica dovrà mettersi a tavolino e calcolare quante ore di qua e quante ore di là potrà riuscire a racimolare. Pare di stare al mercatino delle pulci, quello dove ai banconi, invece di scavare con pazienza tra i vestititi sparsi disordinatamente, i docenti scavano alla ricerca del numero di ore che preferiscono: chi cerca ore per potersi trasferire altrove, chi cerca ore per essere temporaneamente spostata come la mia amica, chi chiede ore di insegnamento in più per potere arrotondare le entrate, chi chiede le 150 ore per potere studiare. Al mercatino c’è anche chi invece le ore le vuole cedere come chi chiede il part-time perché troppe ore di lavoro non riesce a gestirle, chi rinuncia alle ore di supplenza perché le urla degli assatanati delle classi altrui non le sopporta proprio, chi sfugge alle due ore in più che la vicepreside vuole affibbiarle perchè altrimenti deve mettersi a compilare un nuovo registro personale. Al mercatino si trovano spesso i famosi scambi di ore buche; ci sono quelle docenti che le odiano perché sono solo tempo morto, quelle che le adorano perché così approfittano per andare a comprare il pane prima che i negozi chiudano. Spesso al mercatino si trovano, specie a settembre, quelle che litigano per avere l’orario settimanale più adatto a loro, c’è chi chiede che le ore vengano spalmate su tutta la giornata per non affaticarsi troppo e chi chiede che le ore siano compattate in soli tre giorni della settimana. E ancora si trovano quelle che sono sempre in trattativa perché vogliono le prime ore così hanno un passaggio dal vicino di casa e quelle che vogliono le ultime ore perché hanno la pressione bassa e non riescono ad entrare in aula prima di mezzogiorno o perchè abitano lontano, poi ci sono quelle che chiedono le ore centrali per potere accompagnare i figli e le figlie a scuola. La faccenda è seria ed è anche ingarbugliata. Ricordino bene gli aspiranti insegnanti che, oltre alla preparazione nella propria disciplina, oltre all’acquisizione delle competenze trasversali, è necessario il possesso dei seguenti requisiti non ufficiali: abilità di calcolo e di mercanteggiamento delle ore di insegnamento. Senza di esse, anche se nessuno lo dice, la sopravvivenza nella scuola diventa un inferno.
Cristiana La Capria