da Martina Dello Vicario –
Cara professoressa,
parlo a nome di noi alunne e alunni e anche a nome delle future generazioni.
Vorrei ricordare a voi docenti che, oltre ad essere studentesse e studenti, noi a scuola continuiamo a essere delle persone. Persone come voi, con delle debolezze, delle mancanze, persone che fanno errori, che spesso si ritrovano ad essere immerse nei pensieri, in alcuni giorni con le lacrime agli occhi e il magone in gola, altri giorni abbiamo gli occhi di chi ama e un sorriso spensierato e felice.
Secondo me, dovremmo venire a scuola per accrescere la nostra cultura personale, per sapere di più e meglio, non per avere l’ansia di un voto scritto a penna rossa, perché non ce ne facciamo niente visto che, quando usciamo da scuola, pensiamo ai nostri problemi che, molte volte, sono diversi da quelli scolastici.
Alcuni di voi costruiscono la professione sulla capacità di valutare e dare voti; ma la vita invade i banchi di scuola e solo dei numeri non ci aiutano tanto. Vi assicuro, è meglio essere una brava persona piuttosto che una brava alunna: se quello che insegnate è staccato dalla realtà che viviamo e non ci aiuta a capirla meglio, allora il posto dove andiamo non è una scuola.
Si chiama scuola il posto dove noi dovremmo imparare non solo i contenuti, non solo le abilità, ma anche e soprattutto a stare al mondo e delle vostre parole ripetute sempre allo stesso modo, non ce ne facciamo niente, sono chiacchiere.
Insegnateci a vivere, a trovare il lato positivo delle cose, nonostante delle volte non ci sia, ad amare noi stessi e la famiglia e le amiche, gli amici; insegnateci a sorridere quando siamo sul punto di piangere, a non sprecare tempo, a cogliere l’attimo, ad essere le persone che vorremo essere, a vedere lo spiraglio di luce nel buio assoluto, a non vergognarci, a rendere i nostri sogni realtà, a renderci conto che siamo noi a scegliere, ad accettare le critiche, a non aver paura, a non entrare in problematiche più grandi di noi, a voler bene, a sognare, a non farci del male, a colmare le mancanze di chi è andato via e non è più tornato, a imparare, a capire, a rendere questo mondo all’altezza delle nostre aspettative e dei nostri sogni, insegnateci tutto ciò che sapete.
Ma voglio insegnarvi anche io una cosa, e sto parlando a nome di tutti gli alunni e alunne: imparate a capirci, cercate di capirci e non lamentatevi del fatto che non siamo abbastanza, perché alcuni di noi lo sanno e si vergognano di esistere e la vita li travolge e se li porta con sé, in un posto che nemmeno noi conosciamo.
Buona giornata.
Martina Dello Vicario