COME COMUNICANO LE NUOVE GENERAZIONI? SENZA VOCE
L’AMORE AI TEMPI DI “Whatsapp” è un video di Francesco Sole che dura quasi 6 minuti e lascia il segno di una generazione che vive di comunicazione senza voce, fatta di parole parole parole scritte velocemente su “Whatsapp”.
A CHI: A studentesse e studenti dai 12 anni in su/alle e ai docenti
PERCHE’: Per assaporare da vicino lo stile di comunicazione e di relazione delle nuove generazioni e anche delle meno giovani. Magari per mettere a punto opportune contromisure.
IL VIDEO: In primo piano si affaccia il volto di un adolescente maturo con pelle più chiara della neve, un ciuffo presuntuoso sulla fronte e occhi blu del ghiaccio che si rivolge a te con il tono familiare di chi ti vede ogni giorno e, proprio perché gli fai simpatia, ha voglia di darti dei buoni e sani consigli. Su cosa? Su Whatsapp, il capillarmente diffuso social network che arraffa la presenza di tutte le generazioni desiderose di chiacchierare senza usare la voce. Diversamente da altri social network come Facebook, Whatsapp consente lo scambio di parole ma anche di filmati, registrazioni vocali e sonore solo con coloro di cui si ha il numero di telefono. E’ quindi una forma di chat più evoluta delle precedenti ,ma anche selettiva perché non si può condividere con un numero elevato di utenti, non comunque con un’alta densità di popolazione on line. Ormai penetra nelle nostre abitudini fino a modificare i modi relazionali e le aspettative che abbiamo verso gli altri: i giovani, soprattutto, usano parlare scrivendosi e la voce, quella che si usa per le telefonate, è sempre più tenuta a riposo. Perché? Innanzitutto perché con Whatsapp si ha la possibilità di chiacchierare con un amica anche se lei è impegnata, perché la regola implicita è che chi riceve il messaggio, appena si libererà, mi risponderà. E così, rispetto ad una ormai banale telefonata, io posso scarnificare la conversazione in tante frammentate frasi scritte, inviate nel corso della giornata e a cui l’altra persona mi risponderà, appena riuscirà. Ma sta qui il problema principale secondo il nostro giovane consulente del video: quando ci risponderà? Il dispositivo di Whatsapp ha una funzione automatica che rende noto se la nostra amica è, al momento in cui scriviamo, collegata o meno alla chat, inoltre ci dice anche se sta scrivendo oppure no; sappiamo anche l’ultima volta che si è collegata con la chat nel caso in cui al momento non fosse presente. Questo, ci ricorda il nostro amico del video, causa a noi users di Whatsapp una enorme dose di ansia e di stress, spesa a sperare che chi riceve il nostro messaggio risponda subito, in caso contrario la cosa ci potrebbe gettare nella più matta disperazione. Molti, ma proprio molti, sono stati i commenti a questo video tanto semplice quanto capace di registrare la temperatura relazionale che stiamo vivendo e, soprattutto, stanno vivendo le nuove generazioni. La loro quotidianità è tempestata da notifiche di messaggi a cui rispondono in autobus, mentre mangiano, in bagno o in classe di nascosto dal prof. Un video leggero e speculare di un mondo che cresce in un certo modo e che tutti i curiosi degli effetti sociali dell’uso della tecnologia e, soprattutto, tutti e tutte coloro che sono coinvolte in azioni educative dovrebbero sapere. Le giovani generazioni e anche alcune meno giovani parlano sempre meno usando la viva voce, ma simulano conversazioni digitando parole digitali. La forma dello scambio genera dipendenza e, spesso, ansia e stress. Da vedere per sapere e capire meglio quelli che stanno dietro i banchi e anche quelli che lavorano dietro le cattedre.
Cristiana La Capria