IL BULLISMO INVINCIBILE (O QUASI)

Ho proposto ai miei alunni di terza media di scrivere un testo argomentativo sulla fragilità di chi agisce il bullismo. Mi sono arrivati molti lavori intelligenti e ben scritti. Ma questo colpisce in modo particolare. Lo ha scritto Federico Mizzi, mio alunno della classe 3^B della scuola media Matteo Ricci di Milano. Leggetelo! –
La fragilità
Nelle scuole è sempre più frequente il fenomeno del bullismo, un comportamento assunto da un/a ragazzo/a nei confronti della sua vittima. Secondo il pedagogista Angelo Franza “il bullo è un soggetto fragile, che prova a rivalersi a danno di chi non reagisce”. Se sono d’accordo? Assolutamente sì. Difatti, molto spesso i soggetti prediletti dai bulli sono individui isolati, senza amici che li possano difendere, oppure persone considerate dal bullo “inferiori” dal punto di vista fisico (sono esili, basse, grasse, con occhiali o apparecchi per i denti).
Il bullismo è un problema molto serio, numerose sono le volte in cui ascoltando il telegiornale, conosciamo storie di suicidi, causati dalle pressanti offese e dalle cattiverie rivolte dai compagni alle proprie vittime, che solitamente sono ragazzi intelligenti, con tutta la vita davanti e una famiglia che li ama, con l’unica colpa di essere considerati, diversi. È giusto secondo voi? Inoltre mi chiedo: perché nessuno fa niente? Non ci basta sapere che nel mondo ci sono milioni di vittime di bullismo che provoca anche innumerevoli morti?
Il gruppo è ancora più colpevole
La verità è che coloro che sono a conoscenza delle violenze subite da un compagno, un amico o da un conoscente spesso non dicono nulla. Loro sono ancora più colpevoli del bullo. Per giunta, molti pensano che per contrastare questo fenomeno basterebbe educare i giovani ad essere più aperti con i genitori; in questo modo, se subissero insulti, spintoni, schiaffi, minacce o telefonate persecutorie da parte di un bullo, lo direbbero subito ad un adulto di cui si fidano. Ma a poco servirebbe, e posso constatarlo in prima persona. Questo perché alle elementari sono stato anche io vittima di bullismo, cinque lunghi ed estenuanti anni, ad essere deriso, picchiato e pesantemente insultato da compagni e compagne. La cosa era continua, non avevo tregua. Infatti, una volta che il bullo capisce di averti sopraffatto, colpisce allo scoperto, con frequenza, per far capire ai suoi coetanei di essere superiore e da quel momento anche gli altri alunni inizieranno a dargli man forte, a incitarlo, per non essere i prossimi nel suo mirino.
La piovra
Ad ogni modo, io ho da subito riferito ai miei genitori quanto accadeva a scuola ma non cambiò nulla, anzi, una volta terminato il colloquio tra i miei genitori e il preside, la situazione peggiorò, perché il bullismo, paragonabile ad una piovra, non ti colpisce soltanto all’interno delle mura scolastiche, bensì, con i suoi tentacoli ti raggiunge anche all’esterno, sotto casa, al campetto, al supermercato…Ovunque!
Se sia possibile sconfiggere la piovra? Certamente, perché questo succeda, non basta la forza di uno o due persone, ma di un gruppo più numeroso, che aiuti la preda e che sconfigga il possente mollusco, per farlo ritirare nelle profondità degli abissi.
Federico Mizzi classe IIIB – Scuola media “Matteo Ricci” di Milano.