IL SOSPETTO
di Thomas Vinterberg, Danimarca 2012, durata 115 minuti, in DVD
A CHI? docenti
PERCHE’? per difendere il profilo morale e vitale della professione insegnante che tanto spesso viene schiacciata dalle false credenze
IL FILM non è vero, non è vero, non è vero. Non è affatto vero! Ecco cosa ti viene da urlare mentre sei spettatore in sala e assisti impotente alla falsa confessione della bambina bionda con gli occhi azzurri che incolpa il suo maestro di asilo di avere superato il limite della decenza. La bambina accusa sottovoce il bel maestro di averla toccata. E tu, ancora: non è vero, non ha commesso nessun errore, nessun orrore, io ho visto, io c’ero, ho assistito ai fatti: tu, piccola, te la sei presa perché il maestro non ha ricambiato il bacio che gli hai stampato sulle labbra e ha persino respinto il regalo che avevi nascosto nella sua giacca. Tu, piccola, ti sei presa una pericolosa vendetta e lo hai incolpato di ciò che lui non ha neanche potuto immaginare.
E ’ambientata in una fiabesca comunità danese questa storia di ribaltamento della realtà che fa molestare con accuse e ingiurie colui che è accusato di molestie. Il molestatore è in realtà molestato dal sospetto che va allargandosi a cerchi concentrici invadendo le menti di tutti gli abitanti. Ora il paesaggio della Danimarca, stupefacente di bellezza per i boschi di autunno, fa ribrezzo perché si offre come palcoscenico di una violenza invadente e inquietante che la massa impone al singolo, a lui, al maestro che domanda “Cosa avrei fatto, io ?” Nessuno lo sa di preciso, nessuno, ma ciò che conta è che la bimba ha parlato e i bambini, si sa, dicono sempre la verità, non è vero?
La cinepresa sta addosso al profilo del protagonista, alla sua intensa e inconsapevole bellezza di buon educatore che nel giardino dell’asilo brilla tra le facce divertite dei bambini che lo cercano, lo amano e si illuminano alla sua presenza. E noi dobbiamo osservare bene quel bagliore educativo perché andrà a scurirsi; noi siamo chiamati ad essere testimoni del passaggio atroce che il maestro è costretto a fare verso l’Inferno delle accuse insistite, indimostrate, imposte e irrigidite nello stucco della dannosa credenza, di quella dannosissima credenza: i bambini sono anime pure e innocenti e ciò che affermano è verità. Parlare delle immagini nuoce al film; esso va assorbito con lo sguardo, capito con la pancia. Perché è un ottimo tuffo nel potere devastante del sospetto ed agisce come una lama dissacrante nella carne dell’immagine dell’infanzia esibita con la sua malizia, i suoi riverberi seduttivi.
Da vedere per arrabbiarsi e difendere i docenti dal senso troppo comune della realtà
(articolo pubblicato in Pedagogika.it, anno XVII, n.1, pp. 110-111)
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