Racconti di Scuola

IL VERDETTO -THE CHILDREN ACT

– di Richard Eyre, Gran Bretagna 2017, durata 105 minuti-

Il potere incendiario del dubbio

 

A CHI? A chi vuole esplorare al microscopio il tessuto di cui sono fatti i dilemmi morali che hanno a oggetto il benessere dei minori.

PERCHE’? Per onorare il potere di trasformazione di alcuni incontri moralmente foschi.

IL FILM

Lei è bellissima. Emma Thompson qui raggiunge l’apice della sua eccellenza estetica. E dunque professionale. E’ Fiona Maye, giudice dell’Alta Corte britannica risucchiata fino all’anima da casi che trascinano nel vortice del dilemma morale: la vita che tira da un lato, la morte dall’altro. E in mezzo il dolore, il rimpianto, la rabbia. Naviga in mezzo a nodi problematici che deve sciogliere con una decisione, il peso deve far pendere la bilancia solo da uno dei due lati, il bene per il minore. Non la spiritualità, non la morale ma il diritto deve trionfare.

La storia è costipata tra quattro mura, sempre. Quelle dell’appartamento londinese, quelle del tribunale, quelle dell’ufficio. Le emozioni della protagonista, Fiona, sono tutte compresse nel chiuso di sé stessa. Persa nel flusso infinito della dedizione al lavoro. Lì esprime tutta la genialità, la destrezza, la saggezza. Nella vita privata, invece, gli affetti sono sfioriti, la comunicazione è appassita.

Non riesce a darsi al marito. In nessun senso. Ma un caso speciale rompe l’equilibrio. Adam, non ancora maggiorenne, rifiuta di curare una malattia mortale. La sua religione lo impone: è peccato inquinare il corpo con interventi artificiali che offendono la natura e, di conseguenza, chi sta dietro di essa, ovvero Dio. Può una certezza religiosa far pendere la bilancia della scelta verso la morte naturale? Si, può. Ma può una donna adulta, una giudice minorile, rispettare la libertà di scelta di un ragazzo se questa porta alla fine della sua vita? L’incontro tra la giudice e Adam porterà a un verdetto molto profondo, dolente e rivelatore. L’eleganza delle riprese è tale perché esse rispettano con la opportuna distanza la materia bruciante e necessaria della libertà, del bene. I due interpreti sono categoricamente senza macchia.

Una storia di amore e di responsabilità che sfiora la massima potenza della bellezza. Da vedere per perdersi nell’incertezza del dubbio morale, per accoglierne i limiti, per farsi scuotere dalla ragione appassionata della giustizia.

Cristiana La Capria

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