“Ildegarda rimase nell’ombra, ma il suo pensiero non si spense”

Ildegarda di Bingen –  maestra di sapienza nel suo tempo e oggi, Gabrielli ed. 2017

Ildegarda di Bingen (1098-1179) fu una delle figure femminili più importanti del Medioevo; ebbe visioni durante tutta la sua vita, a partire dall’infanzia, e inizialmente ne parlava liberamente con i componenti della sua famiglia, dato anche il carattere onirico di queste, ma in seguito smise di farlo. Poi si ammalò di una febbre delirante, che la portò ad avere visioni anche da sveglia e che le rese impossibile nasconderle; i genitori, perciò, decisero di mandarla in convento, dove fu curata ed educata da monache. Dopo aver preso i voti, cosa che avvenne tra il 1112 e il 1115, cominciò a sentire la necessità di mettere per iscritto quello che vedeva: inizialmente si limitò a riportare unicamente le sue visioni, solo in seguito, infatti, le integrò con opinioni personali, dando vita alle sue dottrine.

Il libro di Michela Pereira, Ildegarda di Bingen – maestra di sapienza nel suo tempo e oggi, analizza proprio le opere e il pensiero di questa monaca. Il testo aiuta a comprendere la personalità complessa di Ildegarda e i suoi interessi che riguardarono principalmente la teologia, ma anche la medicina e la musica. Dalle sue opere si evince quanto il personaggio della badessa fosse contraddittorio, specialmente nelle sue dottrine: coniugava elementi tipici dell’ideologia medievale con linee di pensiero che si avvicinano di più alla mentalità moderna. Per quanto riguarda il primo punto, considerava le malattie mentali, specialmente la depressione, come  vizi che si dovevano combattere per raggiungere la beatitudine eterna; inoltre si riscontrano nelle sue dottrine anche alcuni aspetti tipici dell’ascetismo. Al contrario erano particolarmente rivoluzionari, per esempio, i caratteri femminili della divinità e l’importanza che Ildegarda attribuiva a questi: nei suoi testi evidenziava in particolare il ruolo della sapienza creatrice del mondo, di cui parlava al femminile e che, in quanto forza “madre“, avrebbe portato avanti la gravidanza che ha generato l’universo. Questo riguarda le opere della maturità, in cui Ildegarda esprimeva le sue personali opinioni e commentava le visioni che aveva. Ciò fa comprendere come la sua figura fosse diventata, nel tempo, importante e autorevole. Tutto questo era molto raro per una donna e lei, di sicuro, fu agevolata dall’ambiente facoltoso in cui crebbe e di cui fece parte per tutta la sua vita. Riuscì anche a prevenire eventuali critiche o accuse di eresia: infatti, prima di intraprendere la scrittura della sua prima opera, lo Scivias, Ildegarda scrisse una lettera al Papa per chiedere il suo consenso in merito, ponendosi su un piano d’inferiorità. Tuttavia con il passare degli anni, soprattutto grazie alla fitta corrispondenza con uno dei pontefici successivi, Ildegarda iniziò ad acquisire sempre maggiore rilievo e spigliatezza, arrivando addirittura a criticare apertamente l’operato di altri Papi. L’importanza della figura di Ildegarda non va limitata al periodo medievale, in quanto ha contribuito al progresso della scienza e cultura moderna. Una prima ricostruzione delle sue opere si deve ad alcune delle sue consorelle, grazie alle copie realizzate nei monasteri; tuttavia, per molto tempo il personaggio della badessa si limitò al culto locale. Le dottrine di Ildegarda arrivarono nel mondo moderno solo negli anni ‘70, grazie ai movimenti femministi che ricercavano la presenza femminile nella cultura occidentale, mentre la sua musica venne accolta a metà dell’800, nell’ambito degli studi sul canto gregoriano e le sue dottrine mediche sono tutt’ora alla base di società dedite alla commercializzazione di prodotti farmaceutici ildegardiani. L’artista Judy Chicago, ad esempio, in un’installazione del 1979 chiamata “dinner party”, apparecchiò una cena delle donne più influenti nella storia, ponendo la badessa al fianco di figure importanti come Eleonora d’Aquitania.

Ildegarda di Bingen, quindi, continua ancora oggi ad essere una figura di rilievo ma, così come è accaduto a molte altre donne colte, la sua storia non viene considerata tanto quanto quella degli uomini ed è raro trovarla, per esempio, nei libri di testo.

Alessia Del Prete

Irene Levi

Cecilia Raso

Ylenia Soccol

Studentesse della classe 3EC del Liceo classico ” Aristofane” di Roma

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Stefania Zambardino

Docente di materie letterarie in un liceo romano, bibliotecaria, curatrice di una rubrica on line “Leggerete” di studi di genere, appassionata femminista umanista informatica, immersa nel mondo dei libri e degli ebook.

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