INTERVISTA A PATRIZIA APPARI SULLA FORMAZIONE DI CHI INSEGNA

Patrizia Appari è Presidente e Direttore di Laboratorio Formazione che è un’Associazione per lo sviluppo professionale del personale docente. Psicopedagogista, si interessa da anni di istruzione e di apprendimento, ponendo particolare attenzione alla progettazione della didattica digitale e non solo …

Cristiana La Capria:

Innanzitutto ti dico che è un piacere ospitarti qui, nel nostro blog. Ci introduci, allora, agli aspetti principali del lavoro che porti avanti?

 

Patrizia Appari:

Ti ringrazio, Cristiana, è un piacere certo anche per me. Laboratorio Formazione è una comunità professionale che ha voluto distinguersi per la sua indipendenza e ha acquistato, negli anni della sua attività (l’anno prossimo festeggiamo il decennale), visibilità e credito nel sistema scolastico promuovendo forme d’interazione e di cooperazione tra ricercatori, formatori, insegnanti coinvolgendoli in progetti comuni di messa a punto e di diffusione di innovazioni didattiche. Infatti le nostre proposte non si limitano a corsi di formazione ma cerchiamo di proporre periodicamente progetti di ricerca  pedagogico-educativa, progetti di innovazione dei modelli di formazione, anche in e-learning e la loro diffusione. I gruppi di lavoro che si sono costituiti in questi anni, che hanno lavorato e che stanno lavorando (con il supporto dei nostri soci onorari), si sono aggregati, via via, intorno alle problematiche più rilevanti per le innovazioni del sistema scolastico: la progettazione, la valutazione, lo sviluppo delle competenze, gli aspetti emotivo-affettivo-sociali dell’insegnamento, le metodologie per la formazione degli studenti e dei docenti e una serie di altre questioni che si possono ritrovare nei numerosi articoli che vengono pubblicati su www.laboratorioformazione.it e nel catalogo dei nostri corsi.

C. La C.

Quali sono i corsi di formazione più richiesti?

P. A.

Laboratorio Formazione offre proposte in presenza e presta particolare attenzione anche alla formazione e-learning. Molti dei nostri formatori sono esperti tecnologi, quindi, oltre all’offerta di corsi specifici di implementazione delle varie forme di tecnologie nei percorsi scolastici, in questi anni, ci siamo concentrati sul miglioramento del modello formativo che proponiamo nei corsi on line. Il nostro progetto propone una metodologia collaborativa che favorisce un’interazione costruttiva tra gli iscritti attraverso una particolare attenzione all’interazione e alla realizzazione di attività cooperative. Il nostro catalogo on line, costruito su questo modello, propone più di trenta corsi e-learning, ai quali si avvicinano docenti dislocati su tutto il territorio nazionale (questo è un aspetto del quale siamo orgogliosi) i quali, attraverso i questionari di customer satisfaction che proponiamo alla fine dei percorsi, si dichiarano entusiasti del modello cooperativo da noi proposto. Le tematiche più richieste riguardano la progettazione e la valutazione per competenze e la formazione all’uso della LIM (il nostro corso “Le competenze di base per l’uso della LIM nella didattica delle discipline” proposto in presenza e in modalità e-learning ha riscosso parecchio successo). Un altro corso, proposto da poco, che sta riscuotendo successo è “Imparare a creare ebook”. Dopo la direttiva ministeriale sulla digitalizzazione dei libri di testo, gli insegnanti si vogliono attrezzare per realizzare autonomamente proposte per gli studenti. Vorrei infine ricordare i seminari che Laboratorio Formazione promuove periodicamente (ce n’è in programma uno per il 9 maggio sulle Indicazioni 2012) e che riscuotono, ad ogni proposta, successo di presenze.

 

C. La C.

Ci daresti in breve un profilo degli insegnanti che accedono al vostro sito? Quanti sono gli insegnanti che durante l’anno si iscrivono ad un corso da voi tenuto e da quali parti d’Italia provengono?

P. A.

La nostra associazione in questi anni ha conquistato parecchio credito nelle comunità scolastiche: nei prossimi giorni raggiungeremo il traguardo di 10.000 iscritti, ne mancano circa un centinaio e ti annuncio in anteprima che nelle prossime settimane lanceremo un “concorso” nel quale informeremo gli utenti del sito che al 10.000millesimo iscritto offriremo gratuitamente la partecipazione a uno dei nostri corsi scelto a piacere. La media dei visitatori giornaliera è intorno ai 400. I docenti provengono da tutti gli ordini di scuola e, come ho già detto, sono dislocati su tutto il territorio nazionale. Abbiamo un numero alto di affezionati che si aggirano intorno ai 150.000 docenti e che usufruiscono di un alto numero di pagine. Gli insegnanti che si iscrivono ai corsi on line (quindi per scelta individuale) sono docenti molto spesso ben preparati che prestano particolare attenzione alla propria formazione continua e che occupano un ruolo rilevante nella comunità di appartenenza: vicari, funzioni strumentali, responsabili di progetti o commissioni; giovani insegnanti che nell’intraprendere il percorso dell’insegnamento si rendono conto che è necessario prestare particolare attenzione alla propria formazione per essere sempre aggiornati. Gli insegnanti che partecipano ai corsi in presenza richiesti dalle scuole, sono, invece, mossi da riflessioni e esigenze comuni, che si svolgono all’interno dei gruppi di lavoro d’istituto e che decidono di orientare i collegi verso particolari aspetti formativi.

C. La C.

Siccome uno dei punti forti dell’Associazione è l’elevata proposta di corsi in e-learning ci diresti quale è in media il livello di competenza digitale del personale docente?

P. A.

Bella domanda! Posso dire che ci sono tre tipologie di insegnanti relativamente al livello di competenze digitali. La prima è composta da coloro che da sempre si sono occupati, nella maggior parte dei casi per passione personale, di tecnologie. Costoro, sono super esperti, attenti ad ogni novità messa sul mercato che cercano di sperimentare subito e di adattare ai percorsi didattici che svolgono con i propri allievi. Non sono molti e lavorano in solitudine come tutte le avanguardie. La seconda è composta dai docenti che hanno fatto propria la convinzione che le tecnologie non possono rimanere fuori dalla scuola essendo ormai naturalizzate nella società. Questa seconda categoria si sforza di aggiornarsi e possiede una competenza di base indispensabile al fine di non essere considerata obsoleta, ma tale competenza è ritenuta non sufficiente e produce, a volte, ansie e preoccupazioni di prestazione. La terza categoria è purtroppo quella alla quale appartiene ancora un alto numero di docenti, cioè coloro i quali non possiedono competenze digitali e quindi usufruiscono nel loro insegnamento in minima parte delle grandi potenzialità delle tecnologie. Devo dire, però, che questi ultimi, nei nostri corsi ne abbiamo conosciuti parecchi, se hanno la fortuna di incontrare formatori o colleghi che li accompagnano a scoprire il “magico mondo delle tecnologie” si scoprono entusiasti fautori delle stesse e da quel momento si incamminano appassionati e meravigliati insieme ai loro studenti per viaggi che non ritenevano possibili.

C. La C.

In Lombardia continua la difficile situazione di pochi presidi che devono gestire molte scuole a causa dell’annullamento del famoso concorso. Come pensi che si risolverà la situazione?

P. A.

La sentenza finale è attesa per il 30 aprile. L’unica cosa che mi sento di dire in merito a questa questione non è tanto relativa al contenzioso in oggetto, quanto alla mancanza di attenzione che da più tempo le istituzioni dedicano alla scuola. La scuola necessita di un progetto di rinnovamento complessivo accuratamente programmato, non sono sufficienti interventi qua e là che lasciano il tempo che trovano perché non derivanti da una condivisa idea di scuola ma da emergenze del momento delle quali non si monitorano e valutano i risultati; progetti lanciati e abbandonati a se stessi; documenti programmatici che cambiano o passano senza che molti se ne accorgano. La domanda che ci dobbiamo porre è: quale scuola vogliamo? E la domanda deve essere posta a chi nella scuola ci lavora. Da lì ripartire per rivedere nel suo complesso l’intero sistema scolastico con il contributo della base: i dirigenti, gli insegnanti, gli studenti, i genitori, ciascuno portatore della propria esperienza. Ciascuno messo in condizione di essere protagonista di un cambiamento sentito e condiviso.

C. La C.

Il prossimo 9 maggio Laboratorio Formazione organizza a Milano un seminario di approfondimento del documento sulla Indicazioni del 2012. Oltre al curricolo, alle competenze, alla valutazione ed autovalutazione si parla anche di “curricolo verticale”. Di cosa si tratta precisamente?

P. A.

Attraverso il contributo delle relazioni della mattina vogliamo lanciare, con i laboratori che si svolgeranno nel pomeriggio, una riflessione sul riorientamento dei curricoli. Questo tema, già affermato con le Indicazioni del 2007 è, in molte realtà scolastiche, rimasto sospeso o è stato affidato a gruppi ristretti di insegnanti incaricati di rivedere l’offerta formativa della scuola a nome di tutto il collegio. Riteniamo, affinché le innovazioni vengano veramente attuate, che sia necessario che tutti gli insegnanti di ciascuna scuola siano coinvolti in questo processo: la revisione dei curricoli secondo le più recenti istanze è compito di tutti i docenti. I curricoli verticali possono diventare strumenti quotidiani di lavoro solo se ciascun insegnante si identificherà nelle argomentazioni e nelle proposte in essi contenute. I laboratori pomeridiani offriranno proposte alle scuole. Da tempo un gruppo di lavoro costituitosi all’interno dell’associazione sta lavorando a progetti organizzativi e metodologico-didattici intorno agli aspetti disciplinari dei curricoli verticali che potranno diventare strumenti di lavoro e di supporto per le scuole che ce li richiederanno.

C. La C.

Potremmo prefigurare che in futuro – sia per ridurre i costi sia i problemi di tempo e spazio – ci sarà una scuola in completa versione on line?

 

P. A.

Il MIUR ha annunciato, nell’ambito dell’Agenda digitale, un progetto di realizzazione di un cloud nazionale della scuola che ha come obiettivo quello di creare un ambiente dedicato per la scuola italiana. La realizzazione del cloud per la scuola consentirà di eliminare gli oltre 9.000 server delle scuole italiane, di sollevare le scuole da tutti i problemi di gestione che questi comportano e per i quali le scuole non hanno figure professionali dedicate. Obiettivo del progetto è quello di creare un cloud per portare a sistema servizi, contenuti e soluzioni per la didattica, offrendo a docenti e studenti uno spazio protetto e riservato organizzato in tre ambiti:

– repository di contenuti digitali;

– servizi didattici per insegnanti e studenti;

– spazi “cloud” dedicati a ciascun docente e a ciascuno studente.

Se il progetto andrà a buon fine ciò che tu ipotizzi potrebbe realizzarsi. Come tu sai, sono da sempre una sostenitrice delle tecnologie, tuttavia penso che la relazione in presenza sia fondamentale per trasmettere la passione per la conoscenza e la cultura alle nuove generazioni. Auspico che nel futuro le tecnologie possano accompagnare e arricchire il lavoro degli insegnanti ma l’attenzione agli aspetti affettivo-relazionali con e tra gli allievi è un aspetto che non può essere accantonato, anzi potrà e dovrà essere incrementato, attraverso l’uso del maggior tempo a disposizione fornito dall’implementazione tecnologica.

C. La C.

Vorrei farti un’ultima domanda a doppia faccia: cosa temi e cosa desideri di più per il futuro della scuola?

P. A.

Che cosa desidero? In molti documenti importanti che riguardano la scuola è già scritto ciò che donne e uomini di scuola auspicano da tempo che si realizzi. Ne cito uno tra tutti l’art 1 dello “Statuto degli studenti e delle studentesse” del 1998: “La scuola è una comunità di dialogo, di ricerca, di esperienza sociale, informata ai valori democratici e volta alla crescita della persona in tutte le sue dimensioni. In essa ognuno, con pari dignità e nella diversità dei ruoli, opera per garantire la formazione alla cittadinanza, la realizzazione del diritto allo studio, lo sviluppo delle potenzialità di ciascuno e il recupero delle situazioni di svantaggio, in armonia con i principi sanciti dalla Costituzione e dalla Convenzione internazionale sui diritti dell’infanzia fatta a New York il 20 novembre 1989 e con i principi generali dell’ordinamento italiano.” Deve venire un tempo che ci permetta di passare dalle parole ai fatti. Temo, al contrario, che l’aumento continuo del disinteresse istituzionale nei confronti della scuola possa causare ulteriori danni. E’ necessario che la scuola torni nei pensieri della politica. Non si può non avere presente che “possiamo scegliere quello che vogliamo seminare, ma siamo obbligati a mietere quello che abbiamo piantato”.

Cristiana La Capria

 

Cristiana La Capria

Insegna appassionatamente lettere in una scuola secondaria di secondo grado. Si interessa di pedagogia delle differenze e studia il potenziale educativo di cinema e narrativa. Si occupa di formazione degli insegnanti. Scrive saggi e ultimamente testi di narrativa.

Potrebbero interessarti anche...