LA CLASSE CAPOVOLTA. Innovare la didattica con la flipped classroom

la classe capovolta

Maurizio Maglioni e Fabio Biscaro, La classe capovolta. Innovare la didattica con la flipped classroom, Erickson 2014

Capovolgiamo anche la prospettiva

A Chi? Tutte e tutti i docenti

In Italia se ne sente parlare già da un po’, ma sono pochi e poche le docenti che l’hanno adottata; la didattica con la classe capovolta, effettivamente, pone noi docenti di fronte ad una possibile scelta, quella di capovolgere il nostro metodo di insegnamento e trarre, anche attraverso una buona padronanza della tecnologia, benefici di tempo e di risultati. Indubbiamente si può non credere in questa miracolosa svolta didattica, ma i colleghi che hanno scritto questo volume, vogliono, concretamente, mostrarci come funziona; non è infatti un saggio teorico, ma finalmente una chiara e veloce guida applicativa. Non sempre si riesce a seguire e a realizzare i saggi consigli che da ogni dove ci arrivano, spesso i riferimenti ad applicazioni sono vaghi, i link svianti, i programmi da utilizzare deludenti, ma questa volta, ed è già il primo capovolgimento, sono poche le parole e molte le azioni. Innanzitutto nella Flipped classroom  spostare tutte le attività di studio e laboratoriali nell’aula, comporterà una  valutazione  ‘autentica’ e capace di seguire e monitorare in modo continuativo, frequente e su tempi lunghi, il lavoro delle studentesse e degli studenti; non ci rassegneremo più,  soprattutto per problemi di tempo,  a valutazioni basate su pochi compiti in classe e rare e isolate  interrogazioni durante l’anno.  La lezione frontale salta, in realtà non si spiega a chi non sa, ma si facilita la comprensione a chi già sa e come? Attraverso delle video lezioni che i/le docenti forniranno (realizzate da loro stessi o trovate in rete) alla classe,come? Attraverso lo screencasting, cioè la registrazione delle nostre lezioni, che potranno essere su word, power point, excel, direttamente dallo schermo del computer e con la nostra voce da guida, dei videotutorial per chi frequenta Youtube, grande archivio in cui trovare già molto materiale precofenzionato –  i nostri autori danno anche  un utile elenco di siti specializzati. Ci consigliano il  programma da usare per queste videolezioni,  Screencast o matic e una piattaforma collaborativa, Edmodo, ma ce ne sono tante altre in cui è possibile condividere materiale con la classe, basta avere voglia di cercare in rete.  Sicuramente il tempo per creare le video lezioni o trovare materiali è un carico di lavoro in più ma, entrati in questo nuovo modo di lavorare, ci saranno benefici e poi, se ora dobbiamo verificare delle competenze e non più delle conoscenze, qualcosa andrà cambiato. Anche io ho molte perplessità, soprattutto rispetto al lavoro che a casa dovrebbero fare le mie studentesse e i  miei studenti, senza la mia anticipata spiegazione, ma leggere questo libro mi ha insinuato molti dubbi sul mio metodo di insegnamento e ne sono felice.  Concludo con le ultime parole degli autori che potrebbero essere una provocazione, ma anche un rivoluzionario manifesto: “Buttiamo via i registri e agende: mettiamo tutto on line, in particolare i compiti assegnati e le attività proposte in classe ogni giorno. Così le pareti delle nostre aule diventeranno trasparenti a tutto il mondo e ogni insegnante potrà migliorare il proprio stile didattico attingendo dalle migliori pratiche dei colleghi”.

 

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Stefania Zambardino

Docente di materie letterarie in un liceo romano, bibliotecaria, curatrice di una rubrica on line “Leggerete” di studi di genere, appassionata femminista umanista informatica, immersa nel mondo dei libri e degli ebook.

Una risposta

  1. Anna Fois ha detto:

    Sono interessata a ricevere aggiornamenti

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