di Cristiana La Capria, Koi Press 2019, pagine 117.
A CHI E PERCHE’
A chi ha un’età che va dai 15 anni in su e ha voglia di leggere tra le righe i segni di una complicata storia amorosa, soffermandosi sulle luci, le ombre e le nebbie. Ma soprattutto a chi insegna e vuole mettere a tema con studenti e studentesse i rischi di scelte dal fascino ambiguo, gli effetti del dolore sul futuro, la potenza del legame amoroso e la forza di cambiare che esprimono le donne.
Gianna è una giovane donna schiacciata da una vita che non le fa spazio. E’ rimasta sola dopo aver perso i genitori, è andata a vivere in provincia di Napoli con il fidanzato, a casa della madre di lui che si lamenta perché non ci sono soldi abbastanza: Gianna perciò deve darsi da fare per trovare un lavoro. Ma lei ce lo ha già un lavoro, lo ha scoperto un po’ per caso, ha notato che i passeggeri che arrivano e partono dalla stazione non hanno bisogno solo del trasporto, ma di compagnia, di un saluto. Lei fa la Salutatrice. Proprio alla stazione incrocia Diego, un suo ex compagno di classe. L’incontro è pericoloso e porterà a conseguenze inevitabili.
Gianna e Diego hanno ventotto anni, sono due artisti che fanno fatica. In passato le loro famiglie erano fragili, avevano problemi economici e di salute; quando restano soli, trovano soluzioni diverse al vuoto che rimane. Lei si dedica alla lavorazione della creta, sua passione di sempre, e prova sollievo accompagnando alla stazione passeggeri con cui può scambiare un sorriso, una parola. Lui, invece, si perde. Lascia scivolare via la sua tenerezza, che si va a impigliare nelle maglie della rete dello spaccio di droga, si dimentica dei suoi sogni. I due sono ex compagni di scuola, quando si incontrano dopo tanto tempo, le catene delle emozioni si liberano. La scrittura è rapida, incisiva. Avvolge le cose che descrive rendendole trasparenti agli occhi di chi legge, che ha la netta percezione di averle intorno a sé. Lo stile è fluido, fa scorrere direttamente dalle parole emozioni intense che trattengono dentro alla storia fino all’ultimo punto fermo.
Estratto:
Dopo cena, Gianna andò in stazione, come sempre in anticipo. Stava entrando nel bar “Coffee Time” quando sul display del telefono lesse il messaggio del suo cliente che l’avvertiva che il treno sarebbe arrivato in ritardo, per un guasto al motore. No, non ci voleva, quella sera avrebbe voluto continuare a lavorare la creta. Ordinò un succo di frutta e si sedette su di un divanetto. Sbuffò, non aveva voglia di aspettare, era stanca. Diede uno sguardo in giro, intorno a lei non c’era nessuno. No, non era vero. Qualcuno c’era. A un paio di tavolini di distanza lo vide. Il ciuffo, lo zaino, la camicia. Chi era? Doveva saperlo, non poteva farlo scappare ancora, si fece coraggio e si avvicinò all’uomo: – Salve! – disse richiamando la sua attenzione. Lui si girò distrattamente mentre faceva roteare tra le dita una sigaretta spenta da poco. A quel punto, puntandogli l’indice contro, tagliò corto – Sei Diego Paesano? La scrutò, più per la curiosità di capire come mai quella donna sapesse il suo nome che per altro, ma non riuscì a rispondere.
– Gianna Attanasio, terza C…