Racconti di Scuola

SIOBHAN DOWD, IL MISTERO DEL LONDON EYE, UOVONERO

Nell’anno scolastico 2019/2020, alcune classi seconde (sezioni A, F, H, O, P) della Scuola Statale Secondaria di primo grado “Giacinto Diano” di Pozzuoli hanno partecipato al Progetto “Lettori in gioco”. Un torneo di lettura, svolto anche in anni precedenti, che quest’anno, per ovvie ragioni, non si è concluso con la canonica sfida tra classi. Gli alunni che hanno partecipato al progetto si sono immersi per mesi nella lettura di romanzi di autori classici e contemporanei di vario genere: comico-umoristico, horror e giallo e di romanzi scritti sotto forma di diario. A fine anno ai ragazzi è stato chiesto di recensire alcuni dei libri che avevano apprezzato particolarmente. Proponiamo qui di seguito gli elaborati selezionati dai docenti di Approfondimento che hanno collaborato al progetto: Francesco Saverio Annunziata, Luisa De Rosa, Anna Florena e Susy Scotto di Carlo e dai docenti referenti, Daniela Contrada e Giuliana Manna.

Ecco un romanzo recensito dai ragazzi con votazioni altissime:

Siobhan Dowd, Il mistero del London Eye, Uovonero

Presentazione del libro a cura di Claudio Scognamiglio, Classe II A

Il mistero del London Eye è un libro per ragazzi dell’autrice inglese Siobhan Dowd. Nata a Londra da genitori irlandesi, si è laureata in lettere classiche alla Oxford University e ha ottenuto con lode un master in studi etnici e di genere alla Greenwich University. È morta di cancro nell’agosto 2007. Il mistero del London Eye è il secondo libro che ha pubblicato, ma il primo che ha scritto. Prima di morire ha creato una fondazione, la “Siobhan Dowd Trust” per migliorare le possibilità di accesso al piacere della lettura da parte dei ragazzi che vivono in aree socialmente disagiate.

Genere romanzo giallo, anno di pubblicazione 2011, casa editrice Uovonero. Nel 2012 ha vinto il Premio Andersen come miglior libro per ragazzi oltre i 12 anni.

Il mistero del London Eye recensito da Alessandro La Mura, Classe II P

La storia

Tutto ha inizio con l’arrivo da Manchester a Londra di zia Gloria e di suo figlio Salim, rispettivamente sorella e nipote di Faith, la mamma di Ted. I due avrebbero sostato lì per pochi giorni, al termine dei quali sarebbero ripartiti alla volta di New York, dove poi si sarebbero trasferiti.

Uno dei desideri di Salim prima di andare nella Grande Mela era fare un giro sul London Eye, una delle più note attrazioni turistiche londinesi. Così fu. Il giorno dopo Ted, Kat, la mamma, zia Gloria e suo figlio si diressero verso il cosiddetto Millennium Wheel, la fila era chilometrica, le due madri erano andate a bere un caffè, mentre i tre ragazzi attendevano impazienti in coda. Pochi minuti dopo la fortuna sembrò baciare questi ultimi: un uomo si avvicinò regalando loro un biglietto per fare un giro sulla ruota panoramica. Subito si decise che il ticket lo avrebbe preso Salim, che tutto contento salì nella capsula, dalla quale, però, non sarebbe più stato visto scendere.

Solo Ted, grazie alle sue “genialità”, che possono sembrare inutili ma non lo sono, riuscirà brillantemente a risolvere il caso, senza l’aiuto della polizia.

Il protagonista

Ted è un dodicenne di Londra, vive assieme ai suoi genitori e alla sua testarda sorella adolescente Kat. Il suo autismo, che a scuola complica i rapporti con i compagni, che lo apostrofano come uno sfigato e un secchione, non gli impedisce, invece, di continuare a coltivare la sua passione per la meteorologia.

Ted è un tipo particolare: nel suo cassetto della scrivania conserva una cartella contenente tutte le sue poche bugie, inclina la testa quando deve pensare e conta addirittura i cereali che mangia a colazione. Insomma, non certo un tipo che si incontra tutti i giorni.

Di Ted ammiro il fatto che trasforma la sua “anormalità” in forza e la sua “diversità” in un’arma per scardinare le logiche comuni.

La citazione

Durante la lettura del libro mi sono sempre più scervellato su dove potesse essere finito Salim, ma più le parole correvano via più ero confuso, anche se allo stesso tempo si era creata una sorta di simbiosi con il testo.

Molte sono state le frasi belle e significative ma quella che più mi è piaciuta è stato un complimento rivolto a Ted da parte dell’ispettrice Pearce:

“Sarebbe bello se qualcuno dei miei ufficiali avesse metà della tua intelligenza, Ted.”

In quel punto del testo nessuno sa dove possa essere Salim, ma Ted sembra comunque deciso a voler trovare la soluzione. Mi sono molto stupito del fatto che l’ispettrice assecondi Ted e non lo ignori, come fanno gli altri.

La Scena

La scena che più mi ha colpito ha riguardato il comportamento di Ted che ha dato parte del merito della risoluzione del caso a sua sorella. In quel momento ho veramente capito due cose importantissime, sia che l’unione fa la forza e sia che fratellanza significa coprirsi le spalle a vicenda e provare affetto e benevolenza reciproca, malgrado le liti e le discussioni.

Il voto

Al libro do come voto 10, il massimo, lo ho davvero apprezzato. Le psicologie dei personaggi sono ben chiare e le descrizioni corrispondono perfettamente al modo di agire dei soggetti. Il lessico è molto comune e facilmente comprensibile e il racconto è ben strutturato: l’autrice sfida il lettore a trovare la soluzione prima che il testo si concluda, anche se, almeno nel mio caso, Siobhan Dowd mi ha battuto! Onore al merito, direi!

Da questo romanzo ho imparato una cosa importantissima, mai giudicare un libro dalla copertina, come invece fanno gli adulti con Ted.

Il mistero del London Eye  recensito da Claudio Scognamiglio, Classe II A

La storia

Ted, Kat e Salim sono tre ragazzi. I primi due sono fratelli e vivono a Londra con i genitori, Salim è il cugino, arrivato in visita con la madre per qualche giorno. La madre di Salim è divorziata e non ha buoni rapporti con la sorella, madre di Ted e Kat, non si vedono da molti anni e l’atmosfera è un po’ tesa.

La prima cosa che i tre ragazzi decidono di fare è di andare sulla grande ruota panoramica della città, il London Eye. Sono in fila, Salim riceve un biglietto da uno sconosciuto che decide di non salire, quindi alle 11:32 sale solo nella capsula, ma alla fine del giro non c’è più. E cominciano i giorni di ansia e disperazione alla ricerca di Salim.

Il protagonista

La voce narrante è Ted, un ragazzo un po’ speciale e diverso dagli altri. Ha una grande passione per la meteorologia, indossa sempre l’uniforme scolastica, non conosce il linguaggio del corpo e non sa dire le bugie. Ma sarà proprio lui ad arrivare alla soluzione del mistero.

E poi c’è Salim, anche lui speciale per il suo sangue misto, con cui Ted instaura subito un bellissimo rapporto di amicizia.

La citazione

Ci sono alcune frasi pronunciate da Ted che mi hanno colpito particolarmente proprio riguardo al suo essere “diverso”.

Salim gli chiede della sua sindrome, e lui risponde: “Non sono mica malato” “E’ come se il cervello fosse un computer, ma sul mio gira un sistema operativo diverso da quello delle altre persone. E anche i miei collegamenti sono diversi. I dottori dicono che sono all’estremità ad alto funzionamento dello spettro.

Queste parole mi hanno colpito, perché questa dovrebbe essere la risposta di ogni bambino “SPECIALE”. Avere, appunto, “un sistema operativo diverso”, una caratteristica che ci rende unici, perché ognuno a suo modo è speciale nella sua diversità, ognuno ha caratteristiche diverse dagli altri, e in questo libro la sua diversità non è un problema, ma una risorsa che arricchisce tutti quelli che entrano in contatto con lui.

La scena

La descrizione del London Eye, una gigantesca ruota di bicicletta nel cielo di Londra, da dove tutto parte.

Il voto

Questo libro mi è piaciuto moltissimo e lo consiglio a tutti, adulti e ragazzi. Stimola la lettura per il suo lessico semplice e per il suo ritmo narrativo perfetto. Sono affrontati temi diversi, disabilità, multiculturalità e rapporti familiari con una scrittura anche talvolta ironica e tenendo conto della psicologia dei personaggi.

Il voto che darei a questo libro è 9.

Il mistero del London Eye recensito da Aldo Trupiano, Classe II P

La storia

Ted e Kat sono fratelli, eppure così diversi l’uno dall’altra. Ted è un ragazzo molto speciale ed intelligente. Ha una grande passione per le previsioni metereologiche e, nonostante sia un ragazzino, si dimostra un professionista dell’argomento. Kat invece è l’opposto del fratello. Già dall’inizio si dimostra una ragazzina molto ribelle e superficiale; il tipo di ragazza che ha molti amici, a differenza del fratello che è molto chiuso. A far visita alla famiglia, composta da Ted, Kat e i genitori, viene la sorella della madre dei due: Gloria. Gloria o “Zietta Glo”, come viene chiamata da Kat, vuole restare solo un paio di giorni per poi trasferirsi a New York. Gloria viene con il suo figlio Salim, un bambino molto solare e simpatico che nel giro di qualche giorno sarebbe scomparso. Infatti tutti decidono di fare un giro sul London Eye, ma solo Salim salirà, per poi scomparire lasciando questo caso alla polizia e a Ted e Kat che dovranno vedere il mondo sotto un’altra prospettiva.

Il protagonista

Ted è un ragazzo molto speciale, non ha senso dell’umorismo, né professa emozioni concrete, però in compenso è molto intelligente. Non parlo di quella specie di intelligenza che in ogni film o libro è presente in alcuni ragazzi che vengono presi di mira e chiamati “Secchioni”, infatti Ted è un personaggio molto originale e ben riuscito con una grande personalità. Come abbiamo già detto, Ted da grande vorrebbe fare il meteorologo e da quello che leggiamo nel libro, non ci sarebbe persona migliore di Ted per quel lavoro. Sa ogni cosa: i tipi di emergenze e le precauzioni da prendere, come si manifestano e i danni che potrebbero causare. Insomma Ted, alla scomparsa di Salim, non si ritrova ad essere utile, poi insieme alla sorella formula diverse ipotesi che prima o poi vengono quasi tutte smentite. Nel libro Ted matura (ed infatti è lui a scoprire il mistero) ma non cambia, non diventa ironico o solare, resta il personaggio fantastico che è. La famiglia non sa dirgli che cosa lui ha di diverso dagli altri, ”quella cosa” la chiamano quando ne parlano, ma Ted sa di essere diverso ed un po’ autistico.

La citazione

Questo libro ci insegna a guardare le cose da “diverse prospettive” per comprendere di più il mondo e le cose che ci stanno intorno, è quello che fanno Kat e Ted che sono disperati e si sentono colpevoli (soprattutto Kat) per l’accaduto e vogliono trovare Salim a tutti i costi. Prendono calma e iniziano a vedere la questione da diverse angolazioni, ovvero iniziano a pensare che il mondo non sia come credono che sia. Fanno diverse teorie, alcune impossibili, alcune non verificabili, ed entrano nel fulcro del giallo diventando dei veri e propri detective. “A volte basta cambiare prospettiva per capire più a fondo il mondo”, questo è quello che io ho imparato da questo libro.

La Scena

Una delle mie scene preferite è quando Salim scompare: Kat e Ted hanno appena visto la cabina vuota e pensano che sia impossibile quello che è accaduto, arrivano a pensare che il mondo sia un posto magico e sia successo qualcosa di inverificabile. Gloria è in preda al panico e la polizia inizia ad indagare, pure Kat e Ted lo fanno ed iniziano a guardare il mondo sotto un’altra prospettiva (e con questo la mia scena preferita si collega alla citazione), Ted e Kat fanno teorie, per la precisione nove. Ma di questa scena la parte più bella è quando i due vanno a dormire e parlano dell’accaduto e si accorgono, che pur essendo diversi, si vogliono bene. Questa è la scena più significativa per me, da qui inizia il libro vero e proprio, ma ci sono un sacco di scene belle e diverse da questa, come quella in cui Salim torna nel gruppo, scena molto emozionante ma anche di sollievo per noi che per un mese, o per una settimana abbiamo seguito Ted e Kat nella loro “avventura” se possiamo dire così, che ci ha divertito, fatto sorridere e piangere.

Il voto

Il mio voto è 9, perché questo è un libro che mi ha appassionato, anche di più dei precedenti che ho letto a scuola e lo consiglio veramente a tutti. É un’avventura che sembra infinita: piena di intoppi, problemi e misteri ma un’avventura che alla fine diverte.

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