Racconti di Scuola

VIAGGI PARADOSSALI E DIVERTENTI DISAVVENTURE

Risate di ieri e di oggi

Le classi seconde (sezioni A, F, H, O, P) della Scuola Statale Secondaria di primo grado “Giacinto Diano” di Pozzuoli hanno partecipato al Progetto “Lettori in gioco”. Un torneo di lettura, che quest’anno, ovviamente, non si è concluso con la canonica sfida tra classi. Durante l’anno, gli alunni che hanno partecipato al progetto si sono immersi nella lettura di romanzi di autori classici e contemporanei e di vario genere: diario, comico-umoristico, horror e giallo. A fine anno ai ragazzi è stato chiesto di recensire i libri che li avevano maggiormente coinvolti.

Nell’ambito del torneo scolastico, per la narrativa umoristica, abbiamo proposto due libri: un testo classico di Mark Twain “Un americano alla Corte di re Artù” ed uno contemporaneo “Roba dell’altro mondo” di Domenica Luciani. Due testi divertenti che propongono storie di viaggi avventurosi in altre dimensioni.

Domenica Luciani, fiorentina, laureata in Letteratura italiana, vive tra la Germania e l’Italia, lavora come autrice, lettrice e traduttrice dalla lingua tedesca di romanzi per ragazzi. I suoi romanzi sono amati dai ragazzi per l’umorismo e l’intreccio, in genere realistico, delle storie, per il ritmo narrativo incalzante e la suspense, nonché per un linguaggio innovativo e vivace. I suoi romanzi includono anche storie di avventura, di genere giallo e fantastico. “Roba dell’altro mondo” è una storia che sfocia nel paranormale e che grazie ad una narrazione leggera e divertente sdrammatizza anche il tabù della morte.

“Un americano alla corte di re Artù” è un classico, una delle opere più divertenti del noto scrittore nord-americano Mark Twain. In quest’opera la vena umoristica dell’autore si avvale di una situazione paradossale, quella di un comune americano del Connecticut del XIX secolo che, in seguito ad una botta in testa, viene catapultato indietro nel tempo, all’epoca di re Artù e dei cavalieri della tavola rotonda. Il romanzo è una sorta di esilarante demistificazione del Medioevo, idealizzato in molti romanzi storici dell’Ottocento a partire da Walter Scott. Il protagonista riuscirà a cavarsela anche nelle situazioni più disperate, grazie ad un bagaglio di conoscenze superiori rispetto a quelle possedute dai suoi celebri ospiti, superstiziosi e pieni di pregiudizi.

Tra i due libri, il gusto dei nostri lettori ha premiato la scrittrice contemporanea, e ce lo aspettavamo, tuttavia, ancora proviamo a proporre, caparbiamente, la lettura di qualche autore classico, a volte con successo.

Presentiamo qui di seguito le recensioni selezionate dal team di docenti che ha collaborato al progetto.

Domenica Luciani, “Roba dell’altro mondo”, Feltrinelli Kids

Recensione a cura di Alessandro La Mura, Classe II P

La storia

Felice, Felix per gli amici, è uno schietto e allegro ragazzo di Firenze la cui vita cambierà per colpa di una sorpresina contenuta in un uovo di cioccolata: nella foga di ingurgitare la prelibatezza manda giù per sbaglio un piccolo gnomo blu di plastica, che gli rimane bloccato in gola e lo fa soffocare.

Istantaneamente la sua anima si separa dal corpo e ed ad accoglierlo, per una nuova vita nell’aldilà,  arrivano i fantasmi dello zio Riccardo, detto zio Trash, fratello del padre di Felix, e Gualtiero, avo della madre del “neomorto”. I tre hanno una cosa in comune: sono defunti in età adolescenziale.
I due soccorritori prima di permettere al protagonista di giungere in Paradiso, dovranno aiutarlo a rimediare al suo più grande sbaglio: la separazione dei genitori causata dal suo modo burlesco di sentire la vita.

Per compiere l’impresa si servirà del suo fidato compagno Giulio e dei superpoteri di cui sono dotati gli spiriti.

Il protagonista

Felix è un gran mattacchione, assieme al suo migliore amico Giulio, in vita, ma anche in morte, ne combina di tutti i colori, riuscendo sempre a cavarsela.

Una delle caratteristiche che più mi ha affascinato di lui è la naturalezza con cui si mostra e affronta la vita, in particolare il modo con cui ironizza sul suo corpo appena morto, accentuandone gli aspetti grotteschi.

La citazione

Durante la lettura del libro mi sono scompisciato dalle risate, le parole erano come tante piccole amiche che giocavano a rincorrersi. Un genere comico che, però, ha tanto di umoristico, perché invita i lettori a riflettere sui valori dell’amore, dell’amicizia, del coraggio e della resilienza che oggi scarseggiano come la pioggia durante la siccità. La frase che mi ha particolarmente colpito è nella parte finale del romanzo:

“Si dice che la disperazione a volte possa fornire un’energia altrimenti inspiegabile”

In quel momento Felix, dopo aver favorito, tra mille avventure e disavventure, la riconciliazione tra suo padre e sua madre , che è anche in dolce attesa della sua sorellina, si trova nel tunnel oscuro che lo condurrà al Paradiso: vaga ormai da innumerevoli giorni ed è esausto. Colpiscono anzi stupiscono la sua tenacia e la sua determinazione e invia in modo velato a noi lettori un  messaggio fortissimo , che è diventato il mio motto: “Se c’è una cosa che non devi mai fare, quella cosa è mollare”.

La scena

Mi è piaciuta molto la scena in cui Giulio chiede a Felix di andare a prenderlo quando morirà, ma il protagonista gli risponde di no, perché ciò significherebbe che Giulio morirebbe all’età di Felix, cioè in quel tempo, invece gli augura una vita lunga e piena di scherzi!
Ecco, in quelle pagine lette ho veramente capito cosa significa amicizia: desiderare che gli altri abbiano il meglio!

Il voto

Al libro do come voto 10, il registro linguistico è semplice e immediato, il lessico è ricco di espressioni gergali, usate da noi ragazzi, anche se l’autrice ogni tanto inserisce, per pura scelta, elementi aulici riferiti a un italiano ricercato e arcaico.

I contenuti, pur essendo importanti, sono trattati in modo leggero, mi è particolarmente piaciuto il modo con cui viene trattato un argomento così difficile, incomprensibile e impenetrabile come la morte.

Da questo romanzo ho imparato due cose delle quali non mi ero mai preoccupato in passato: la prima è che non è mai troppo tardi per tentare di rimediare ai propri errori e poi bisogna vivere appieno ogni attimo della propria vita, nel rispetto di ciò che si desidera per se stessi, proprio come diceva Lorenzo de’ Medici, signore di Firenze, per il quale “Chi vuol esser lieto, sia: di doman non c’è certezza!”

 

 

Mark Twain, “Un americano alla corte di re Artù”, Medusa Editrice

Recensione a cura di Eva Tornincasa, Classe II F

La storia

Racconta la storia di Hank Morgan nato a Hartford, nello stato del Connecticut, il quale si trova inspiegabilmente nella mitica Camelot, sotto il regno del leggendario re Artù; ma Hank non prova nessun timore al cospetto di dame, cavalieri ed eroi.

Tra tante peripezie ed avventure, Hank riesce a crearsi nella società di Camelot, la fama di un potentissimo mago, così facendo si attira l’ostilità di Merlino. Prevede eclissi, costruisce linee telefoniche e applica la tecnologia del suo tempo a quella del secolo di re Artù; facendo in questo modo, lascia a bocca aperta i cavalieri di allora.

La citazione

“Ma noi siamo fatti così, non ragioniamo quando siamo presi da un sentimento: sentiamo e basta”

Il protagonista

Il protagonista del romanzo è Hank Morgan, misteriosamente si trova trasportato indietro nel tempo all’Inghilterra medioevale del leggendario re Artù, Morgan viene scambiato per un mago.

La scena

Hank cerca, di spiegare ad un fabbro zuccone perché il liberismo, in economia, sia meglio del protezionismo. La tesi di Hank è che il fabbro sia più povero di un suo collega di Camelot; dopo vari ragionamenti, il fabbro conclude la discussione inseguendolo con una grossa mazza.

Il voto

Sono una lettrice, ma nonostante riconosca la genialità dell’autore pensando anche all’epoca in cui è stato scritto, questo libro non mi ha appassionata nell’intreccio della storia. Il mio voto è 7.

 

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